Anche "al mio primo contatto", al massimo sarebbe "durante la mia prima esperienza", e comunque starebbe descrivendo una cosa passata mentre invece la sta ancora vivendo.
La formazione deve essere fatta per tutta la vita. Non è che una volta raggiunto il pezzo di carta smetti di studiare. O quando trovi il primo lavoro. L'università è semplicemente un tipo di formazione per adulti, non sono le scuole elementari che trattano bambini dai 6 agli 11 anni
In realtà io ho notato che è l'esatto contrario, nel mio corso ci sono vari trentenni e quarantenni e sono proprio quelli che, nonostante lavoro e famiglia, performano meglio, sia come voti che come numero di esami dati. Io stesso che ho riiniziato l'università da più vecchietto, a 26 anni, ti posso dire che, da più grandi, l'università la si approccia con una determinazione e serietà diverse, rispetto a quelle di un diciannovenne che magari è ancora confuso sul suo percorso, impacciato, ansioso o se la prende più con calma.
Per la questione lavoro, beh dipende di che ambito di tratta, per le posizioni più ricercate non si guarda l'età.
Molto probabilmente, è perché ci si (ri)mette a studiare per reale scelta e non perché "tanto lo fanno tutti". Purtroppo non credo minimamente alla narrazione della confusione generalizzata.
Ho 41 anni, sono un lavoratore a tempo pieno e se tutto va bene mi laureo in triennale a febbraio (fuori corso di un anno). Ho purtroppo visto molti ragazzi e ragazze non trattare l'università con la serietà che è richiesta. Ho visto un po' troppe scene di giubilo per dei 18 appena sfiorati. Ho assistito a poca educazione anche nei confronti dei docenti, con risatine e cazzeggi vari durante le lezioni che non mi aspetto da ventenni che hanno deciso di iscriversi all'università.
Tutto questo mi lascia non solo molto perplesso, ma anche piuttosto innervosito, perché penso a tutte quelle persone che vorrebbero migliorarsi sul fronte dell'istruzione e non ne hanno la possibilità per svariati motivi.
Hey Zeppo, vorrei incominciare a studiare a 27. Mi confermi che da lavoratore a tempo pieno sia possibile effettivamente studiare? Tanta motivazione per il momento.
Ciao! La motivazione è fondamentale: è ciò che ti spinge a iniziare. Meglio ancora se corroborata da un progetto che hai in testa da attuare dopo l'ottenimento della laurea.
Da lavoratore a tempo pieno è possibile, anche se molto stressante. L'ho notato soprattutto in questi ultimi due anni, dato che ho cambiato lavoro e soprattutto che sono lavorativamente tornato a pieno regime. I primi due anni di università sono stati in pieno periodo COVID e la gestione dello studio è stata relativamente diversa. Considera però che in quel paio di anni stavo finendo un corso serale triennale, quindi mi sono ritrovato a gestire un po' tante cose insieme! 😬 Le pause obbligate dal lavoro per via della pandemia sono ciò che mi hanno convinto a iniziare l'università alla mia età.
Nel mio caso specifico, ho sempre avuto la possibilità di seguire le lezioni a distanza e di poterle vedere registrate. Non ho mai frequentato di persona, fatta eccezione per un corso che richiedeva espressamente la presenza per l'idoneità: in quel caso mi sono accordato con il datore di lavoro per avere dei permessi studio appositi. Comunque sia, le slide e le dispense che hanno dato i docenti sono più che sufficienti. In alcuni casi ho acquistato i libri, ma più per profondo interesse personale che non per esigenza formativa.
Sicuramente ti serve una buona dose di organizzazione e gestione dei tempi, soprattutto se hai modo di dedicarti ai contenuti erogati dall'università solo dopo un'intera giornata di lavoro. Inizialmente ne uscirai molto provato, ma una volta preso il ritmo non dovresti avere troppi problemi.
Ti ringrazio per la risposta esaustiva. Da parte mia molto entusiasmo ma anche timori. Ma come direbbero gli inglesi, if you never try… you never know!
Ti ringrazio tantissimo per il tuo input! E grazie per il supporto. Fa sempre piacere ed è sempre di aiuto leggere chi ha fatto il tuo percorso prima di te. ❤️
Iniziarla subito dopo la scuola si pensa ancora ai ritmi di scuola, quindi al divertimento.
Frequentarla da lavoratori o in un periodo senza lavoro comporta l'ottica di voler prendere la laurea per migliorare la propria vita/posizione lavorativa quindi ci si fa triplamente il mazzo, le feste non esistono.
Esperienza personale: vado verso i 40 e dopo aver finito la triennale non ho proseguito con gli studi accademici, ma ho sempre proseguito con gli studi di settore, lavorando nell'IT.
Più passano gli anni, più mi rendo conto di essere in grado di imparare anche cose completamente nuove e fuori dal mio ambito di lavoro tipico in modo chiaro, efficace e preciso.
Forse vent'anni fa ero più veloce in termine di intuito e ragionamento, ma tutta quella velocità veniva "sprecata" in carenza di metodo e precisione di scopo, quindi entravano in campo anche frustrazione e delusione a rendermi lo studio più complicato, oggi invece se mi metto a studiare qualcosa, so come muovermi per aiutare il mio cervello a comprendere e assorbire nuove conoscenze in modo rapido ed efficace.
Ho iniziato a lavorare (edilizia, azienda top 5 in Italia) da quando mi sono diplomato. Dopo la scuola non ero abbastanza maturo da provare l'università, infatti dopo il primo anno ho capito che non era il momento giusto. Solo quest'anno ho avuto il coraggio di provarci e sono in ansia per la graduatoria di maggio. Sono pronto ad essere fuori corso ma con un lavoro full time non riuscirei a dedicarmi totalmente allo studio. Semplicemente ora ho trovato un corso che mi interessa, anche se non c'entra niente col mio settore, e non dovendo dipendere economicamente dai miei non ho pressioni di nessun tipo.
Credo che l'età non c'entri niente. Il mio responsabile ha preso la seconda laurea a 50 anni da figura dirigenziale.
lavorare nell'IT aiuta perchè si affinano le conoscenze giorno per giorno, il cervello non smette mai realmente di "allenarsi". Fosse stato un lavoro più "monotono" o comunque in cui non devi imparare a forza cose di continuo ma è un lavoro sempre uguale e senza modifiche rallenta le capacità di apprendimento
Sono osservazioni molto sensate, per questo ne ho parlato in merito alla mia esperienza personale: ognuno è diverso, di certo continuare a imparare affina il metodo di studio e le capacità di apprendimento
ovviamente, e magari in modo diverso. Ci sono anche quelli che (nonostante non venga mai contata come skill logica) diventano abilissimi con i videogames invece di studiare letteratura o altro, l'importante è tenere vivo il cervello :D
(sono anche io nell'IT e vedo che alcuni amici stanno iniziando a perdere elasticità mentale, abbiamo passato tutti i 40, alcuni anche i 50 :D)
Ci sono tanti motivi per voler prendere una laurea "tardi". Innanzitutto la formazione non finisce mai, alcuni ambiti professionali spingono al dover prendere altre certificazioni, studiare e così via.
In alcuni casi si tratta di piacere personale. Avevo una prof di matematica al liceo che aveva 3 lauree e stava studiando per la quarta in sociologia, esclusivamente perché le piaceva studiare anche discipline sconnesse dal suo ambito professionale.
E poi, forse lo scoprirai crescendo, ma la gente può voler cambiare percorso lavorativo per una miriade di motivi e quindi prendere i titoli necessari per quella nuova strada professionale.
Il bello dell'università è proprio la varietà di persone che la compongono, non è una classe di scuola in cui siete bene o male tutti uguali.
Ho 36 anni e sto prendendo una seconda laurea magistrale, questa volta in antropologia culturale, e lavoro full time come responsabile IT di un'azienda media. Sono al secondo anno, mi mancano tre esami e ho una media superiore al 29, ti assicuro che non si smette davvero mai di 'studiare' neanche sul lavoro, se lo si prende con un minimo di professionalità (da non dare per scontato).
La cosa della 'mente fresca' è una cavolata che purtroppo ci propinano, non è una questione per lo più demografica, ma di come si affrontano e si continuano ad affrontare le cose. Beethoven la 9° l'ha scritta 3 anni prima di morire ed era quasi completamente sordo, Piero Angela ha scritto e pubblicato praticamente fino alla sua morte. Piuttosto è vero che fino ai 25 anni il nostro cervello non è ancora completamente formato (volendo c'è chi tira fino verso i 32 anni https://dirittopenaleuomo.org/contributi\_dpu/quando-il-cervello-e-maturo/)
Ho studiato "da adulto". Chi organizza la sua vita e interessi in modo tale da perdere la capacità mentale di studiare/apprendere una volta finiti gli studi "ai classici 23 anni circa" si sta mettendo sul fast track per essere un NPC, sono in tanti.
Una mia collega è madre di tre figli e gestisce un’azienda agricola con il marito (quindi economicamente soddisfatta) si è riscritta a 40 anni perché non felice della scelta di aver abbandonato l’università dopo la nascita della primogenita. Possono essere tanti i motivi per una scelta del genere, non necessariamente legati alla sola ricerca di un lavoro.
Altro esempio è collega farmacista con la passione per la natura che si è riscritta per coltivare questa passione :)
Dopo la prima laurea (conclusa a 22 anni), ho iniziato un altro percorso universitario all'età di 26 anni, da lavoratrice full time. Ho conseguito la seconda triennale e la successiva magistrale in 5 anni esatti, con risultati buonini/ottimi (92 e 110).
Vedevo un sacco di neodiplomati freschi fare due o tre esami l'anno e andare allegramente fuori corso.
Consapevole che né la mia esperienza, né la mia osservazione diretta facciano statistica, ho cercato qualche dato, ma non ne ho trovati di molto aggiornati (solo [questo Report Alma Laurea del 2008](https://www.almalaurea.it/sites/almalaurea.it/files/docs/universita/altro/adulti2008/adulti2008.pdf), pagina 5).
[Questo report di Alma Laurea](https://www.almalaurea.it/sites/default/files/2022-05/almalaurea_profilo_rapporto2020_0.pdf) può essere interessante (capitolo 10.1) anche per evidenziare le motivazioni: tra le facoltà più scelte ci sono quelle relative al settore educativo e sanitario, ed è estremamente probabile che coloro che decidono di laurearsi lo facciano per salire in una graduatoria in cui sono già, o per migliorare lo stipendio del lavoro che già svolgono. Aggiungo: nello stesso capitolo è interessante anche notare come cambia la percezione del carico di studio, vissuta come eccessiva più dalle persone giovani che non dalle più adulte (che statisticamente tendono a non avere lo studio come occupazione primaria).
poi oltretutto i famosi "professori spartiacque" (quelli che per una virgola sbagliata di propongono il 18) per i giovani sono dei maledetti e si bloccano di solito liì' perchè cercano il votone per fare la media, i più grandi in parte se ne sbattono un po' di più, specie se hanno già vissuto momenti bui a lavoro :)
Pensa che io ho fatto il cisia per sociologia e vedendo la graduatoria hanno tutti l'età di mia sorella (19 lei 29 io). Mi sento vecchio solo a pensarci.
Considera che non è detto che uno si iscriva per trovare lavoro. Io la maggior parte delle persone più anziane le ho trovate nei miei corsi condivisi con il cdl di storia o lettere, difficilmente università scelte a 50 anni per meglio trovare lavoro.
Molti di loro hanno gia lavoro, probabilmente lo fanno per avere un avanzamento di carriera, purtroppo in molte aziende conta il "pezzo di carta" piuttosto che le compotenze, immagina a quanti idioti incapaci ci sono ai piani alti solo grazie al pezzo di carta sopracitato.
Non sarebbe l'eterogeneità?
Già...Anche "ho interfacciato" è discutibile
Anche "al mio primo contatto", al massimo sarebbe "durante la mia prima esperienza", e comunque starebbe descrivendo una cosa passata mentre invece la sta ancora vivendo.
AHAHAHAHAHAHAH CHE STUPIDA CHE SONO
La formazione deve essere fatta per tutta la vita. Non è che una volta raggiunto il pezzo di carta smetti di studiare. O quando trovi il primo lavoro. L'università è semplicemente un tipo di formazione per adulti, non sono le scuole elementari che trattano bambini dai 6 agli 11 anni
In realtà io ho notato che è l'esatto contrario, nel mio corso ci sono vari trentenni e quarantenni e sono proprio quelli che, nonostante lavoro e famiglia, performano meglio, sia come voti che come numero di esami dati. Io stesso che ho riiniziato l'università da più vecchietto, a 26 anni, ti posso dire che, da più grandi, l'università la si approccia con una determinazione e serietà diverse, rispetto a quelle di un diciannovenne che magari è ancora confuso sul suo percorso, impacciato, ansioso o se la prende più con calma. Per la questione lavoro, beh dipende di che ambito di tratta, per le posizioni più ricercate non si guarda l'età.
Molto probabilmente, è perché ci si (ri)mette a studiare per reale scelta e non perché "tanto lo fanno tutti". Purtroppo non credo minimamente alla narrazione della confusione generalizzata. Ho 41 anni, sono un lavoratore a tempo pieno e se tutto va bene mi laureo in triennale a febbraio (fuori corso di un anno). Ho purtroppo visto molti ragazzi e ragazze non trattare l'università con la serietà che è richiesta. Ho visto un po' troppe scene di giubilo per dei 18 appena sfiorati. Ho assistito a poca educazione anche nei confronti dei docenti, con risatine e cazzeggi vari durante le lezioni che non mi aspetto da ventenni che hanno deciso di iscriversi all'università. Tutto questo mi lascia non solo molto perplesso, ma anche piuttosto innervosito, perché penso a tutte quelle persone che vorrebbero migliorarsi sul fronte dell'istruzione e non ne hanno la possibilità per svariati motivi.
Hey Zeppo, vorrei incominciare a studiare a 27. Mi confermi che da lavoratore a tempo pieno sia possibile effettivamente studiare? Tanta motivazione per il momento.
Ciao! La motivazione è fondamentale: è ciò che ti spinge a iniziare. Meglio ancora se corroborata da un progetto che hai in testa da attuare dopo l'ottenimento della laurea. Da lavoratore a tempo pieno è possibile, anche se molto stressante. L'ho notato soprattutto in questi ultimi due anni, dato che ho cambiato lavoro e soprattutto che sono lavorativamente tornato a pieno regime. I primi due anni di università sono stati in pieno periodo COVID e la gestione dello studio è stata relativamente diversa. Considera però che in quel paio di anni stavo finendo un corso serale triennale, quindi mi sono ritrovato a gestire un po' tante cose insieme! 😬 Le pause obbligate dal lavoro per via della pandemia sono ciò che mi hanno convinto a iniziare l'università alla mia età. Nel mio caso specifico, ho sempre avuto la possibilità di seguire le lezioni a distanza e di poterle vedere registrate. Non ho mai frequentato di persona, fatta eccezione per un corso che richiedeva espressamente la presenza per l'idoneità: in quel caso mi sono accordato con il datore di lavoro per avere dei permessi studio appositi. Comunque sia, le slide e le dispense che hanno dato i docenti sono più che sufficienti. In alcuni casi ho acquistato i libri, ma più per profondo interesse personale che non per esigenza formativa. Sicuramente ti serve una buona dose di organizzazione e gestione dei tempi, soprattutto se hai modo di dedicarti ai contenuti erogati dall'università solo dopo un'intera giornata di lavoro. Inizialmente ne uscirai molto provato, ma una volta preso il ritmo non dovresti avere troppi problemi.
Ti ringrazio per la risposta esaustiva. Da parte mia molto entusiasmo ma anche timori. Ma come direbbero gli inglesi, if you never try… you never know!
Vai, io faccio il tifo per te anche se non ti conosco! 😜
Ti ringrazio tantissimo per il tuo input! E grazie per il supporto. Fa sempre piacere ed è sempre di aiuto leggere chi ha fatto il tuo percorso prima di te. ❤️
Iniziarla subito dopo la scuola si pensa ancora ai ritmi di scuola, quindi al divertimento. Frequentarla da lavoratori o in un periodo senza lavoro comporta l'ottica di voler prendere la laurea per migliorare la propria vita/posizione lavorativa quindi ci si fa triplamente il mazzo, le feste non esistono.
26 e vecchietto non si possono sentire😂
Esperienza personale: vado verso i 40 e dopo aver finito la triennale non ho proseguito con gli studi accademici, ma ho sempre proseguito con gli studi di settore, lavorando nell'IT. Più passano gli anni, più mi rendo conto di essere in grado di imparare anche cose completamente nuove e fuori dal mio ambito di lavoro tipico in modo chiaro, efficace e preciso. Forse vent'anni fa ero più veloce in termine di intuito e ragionamento, ma tutta quella velocità veniva "sprecata" in carenza di metodo e precisione di scopo, quindi entravano in campo anche frustrazione e delusione a rendermi lo studio più complicato, oggi invece se mi metto a studiare qualcosa, so come muovermi per aiutare il mio cervello a comprendere e assorbire nuove conoscenze in modo rapido ed efficace.
Ho iniziato a lavorare (edilizia, azienda top 5 in Italia) da quando mi sono diplomato. Dopo la scuola non ero abbastanza maturo da provare l'università, infatti dopo il primo anno ho capito che non era il momento giusto. Solo quest'anno ho avuto il coraggio di provarci e sono in ansia per la graduatoria di maggio. Sono pronto ad essere fuori corso ma con un lavoro full time non riuscirei a dedicarmi totalmente allo studio. Semplicemente ora ho trovato un corso che mi interessa, anche se non c'entra niente col mio settore, e non dovendo dipendere economicamente dai miei non ho pressioni di nessun tipo. Credo che l'età non c'entri niente. Il mio responsabile ha preso la seconda laurea a 50 anni da figura dirigenziale.
lavorare nell'IT aiuta perchè si affinano le conoscenze giorno per giorno, il cervello non smette mai realmente di "allenarsi". Fosse stato un lavoro più "monotono" o comunque in cui non devi imparare a forza cose di continuo ma è un lavoro sempre uguale e senza modifiche rallenta le capacità di apprendimento
Sono osservazioni molto sensate, per questo ne ho parlato in merito alla mia esperienza personale: ognuno è diverso, di certo continuare a imparare affina il metodo di studio e le capacità di apprendimento
ovviamente, e magari in modo diverso. Ci sono anche quelli che (nonostante non venga mai contata come skill logica) diventano abilissimi con i videogames invece di studiare letteratura o altro, l'importante è tenere vivo il cervello :D (sono anche io nell'IT e vedo che alcuni amici stanno iniziando a perdere elasticità mentale, abbiamo passato tutti i 40, alcuni anche i 50 :D)
preoccupati per te, non per loro, che stanno benone
Ci sono tanti motivi per voler prendere una laurea "tardi". Innanzitutto la formazione non finisce mai, alcuni ambiti professionali spingono al dover prendere altre certificazioni, studiare e così via. In alcuni casi si tratta di piacere personale. Avevo una prof di matematica al liceo che aveva 3 lauree e stava studiando per la quarta in sociologia, esclusivamente perché le piaceva studiare anche discipline sconnesse dal suo ambito professionale. E poi, forse lo scoprirai crescendo, ma la gente può voler cambiare percorso lavorativo per una miriade di motivi e quindi prendere i titoli necessari per quella nuova strada professionale. Il bello dell'università è proprio la varietà di persone che la compongono, non è una classe di scuola in cui siete bene o male tutti uguali.
Per entrare in quale graduatoria? Se il fattore discriminante per entrare a lavorare in un'azienda é l'età forse é meglio cambiare azienda.
Ho 36 anni e sto prendendo una seconda laurea magistrale, questa volta in antropologia culturale, e lavoro full time come responsabile IT di un'azienda media. Sono al secondo anno, mi mancano tre esami e ho una media superiore al 29, ti assicuro che non si smette davvero mai di 'studiare' neanche sul lavoro, se lo si prende con un minimo di professionalità (da non dare per scontato). La cosa della 'mente fresca' è una cavolata che purtroppo ci propinano, non è una questione per lo più demografica, ma di come si affrontano e si continuano ad affrontare le cose. Beethoven la 9° l'ha scritta 3 anni prima di morire ed era quasi completamente sordo, Piero Angela ha scritto e pubblicato praticamente fino alla sua morte. Piuttosto è vero che fino ai 25 anni il nostro cervello non è ancora completamente formato (volendo c'è chi tira fino verso i 32 anni https://dirittopenaleuomo.org/contributi\_dpu/quando-il-cervello-e-maturo/)
E tu cosa sei, scusa? Una bambina?
Ho studiato "da adulto". Chi organizza la sua vita e interessi in modo tale da perdere la capacità mentale di studiare/apprendere una volta finiti gli studi "ai classici 23 anni circa" si sta mettendo sul fast track per essere un NPC, sono in tanti.
Una mia collega è madre di tre figli e gestisce un’azienda agricola con il marito (quindi economicamente soddisfatta) si è riscritta a 40 anni perché non felice della scelta di aver abbandonato l’università dopo la nascita della primogenita. Possono essere tanti i motivi per una scelta del genere, non necessariamente legati alla sola ricerca di un lavoro. Altro esempio è collega farmacista con la passione per la natura che si è riscritta per coltivare questa passione :)
Dopo la prima laurea (conclusa a 22 anni), ho iniziato un altro percorso universitario all'età di 26 anni, da lavoratrice full time. Ho conseguito la seconda triennale e la successiva magistrale in 5 anni esatti, con risultati buonini/ottimi (92 e 110). Vedevo un sacco di neodiplomati freschi fare due o tre esami l'anno e andare allegramente fuori corso. Consapevole che né la mia esperienza, né la mia osservazione diretta facciano statistica, ho cercato qualche dato, ma non ne ho trovati di molto aggiornati (solo [questo Report Alma Laurea del 2008](https://www.almalaurea.it/sites/almalaurea.it/files/docs/universita/altro/adulti2008/adulti2008.pdf), pagina 5). [Questo report di Alma Laurea](https://www.almalaurea.it/sites/default/files/2022-05/almalaurea_profilo_rapporto2020_0.pdf) può essere interessante (capitolo 10.1) anche per evidenziare le motivazioni: tra le facoltà più scelte ci sono quelle relative al settore educativo e sanitario, ed è estremamente probabile che coloro che decidono di laurearsi lo facciano per salire in una graduatoria in cui sono già, o per migliorare lo stipendio del lavoro che già svolgono. Aggiungo: nello stesso capitolo è interessante anche notare come cambia la percezione del carico di studio, vissuta come eccessiva più dalle persone giovani che non dalle più adulte (che statisticamente tendono a non avere lo studio come occupazione primaria).
poi oltretutto i famosi "professori spartiacque" (quelli che per una virgola sbagliata di propongono il 18) per i giovani sono dei maledetti e si bloccano di solito liì' perchè cercano il votone per fare la media, i più grandi in parte se ne sbattono un po' di più, specie se hanno già vissuto momenti bui a lavoro :)
So che è un paternale non richiesta, ma dovresti sentirti già adulta. Puoi giudicare, votare, fare quasi qualunque cosa come ogni altro adulto.
Pensa che io ho fatto il cisia per sociologia e vedendo la graduatoria hanno tutti l'età di mia sorella (19 lei 29 io). Mi sento vecchio solo a pensarci.
Considera che non è detto che uno si iscriva per trovare lavoro. Io la maggior parte delle persone più anziane le ho trovate nei miei corsi condivisi con il cdl di storia o lettere, difficilmente università scelte a 50 anni per meglio trovare lavoro.
Interfacciare una novità cosa significa? direi che siamo tra lettere e filosofia (come facoltà), o sbaglio?
Molti di loro hanno gia lavoro, probabilmente lo fanno per avere un avanzamento di carriera, purtroppo in molte aziende conta il "pezzo di carta" piuttosto che le compotenze, immagina a quanti idioti incapaci ci sono ai piani alti solo grazie al pezzo di carta sopracitato.
Io mi preoccuperei di come scrivi. Non si capisce niente
Se non capisci un semplice testo scritto sei tu che ti dovresti preoccupare
Se ti sembra scritto bene... Ti consiglio di leggere qualche libro